A seguito della misurazione e della valutazione del rischio del gas Radon (si ricorda che il livello medio di riferimento non deve essere superiore a 300 Becquerel/metro cubo), diventa fondamentale definire le misure di prevenzione e protezione da mettere in atto, in relazione ai valori rilevati.
Per meglio chiarire la situazione del gas Radon sul territorio italiano e lombardo, è importante ricordare che ciò dipende dalla natura del suolo, dall’area geografica, dalla tipologia e dalle caratteristiche costruttive degli edifici.
Gas Radon: il contesto italiano
L’Italia è un terreno molto fertile per il gas Radon, tanto che esistono intere Regioni molto esposte; nello specifico possiamo sintetizzare la situazione nel seguente modo:
- Regioni a rischio alto: Lombardia e Lazio;
- Regioni a rischio medio-alto: Friuli e Campania;
- Regioni a rischio medio: Piemonte, parte settentrionale del Trentino, Abruzzo e Sardegna;
- Regioni a rischio basso: Veneto, parte meridionale del Trentino, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Puglia e Molise;
- Regioni a rischio molto basso: tutte le altre Regioni.
Il gas Radon in Lombardia
In Lombardia il gas Radon la fa da padrone: per più del 50% della sua superficie (quella più a nord), la media annua della concentrazione di Radon indoor al piano terra, supera i 131 Becquerel/metro cubo; tale valore delinea come la situazione non deve essere per nulla sottovalutata.
Misure di prevenzione e protezione da mettere in atto contro il gas Radon
Numerose possono essere le misure efficaci da mettere in atto, fin dalla fase costruttiva.
Tra le più semplici e diffuse possiamo trovare:
- la messa a punto di un impianto di areazione e trattamento aria;
- l’utilizzo di materiali specifici per la protezione e soluzioni tecniche adeguate, nella fase di costruzione o ristrutturazione;
- la sigillatura delle crepe o fessure nei pavimenti e nelle pareti;
- la ventilazione del vespaio depressurizzazione del suolo;
- l’utilizzo di estrattori.