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Il rischio di caduta dall’alto

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Introduzione

Il rischio di caduta dall’alto, è uno dei principali rischi che coinvolge i lavoratori durante lo svolgimento delle proprie attività.

L’INAIL, dopo aver analizzato i dati riguardati gli infortuni accaduti, ha definito che le cadute dall’alto si sono così suddivise:

  • caduta per lo sfondamento della copertura (23,2%);
  • caduta da scala portatile (17,3%);
  • caduta da parte fissa di edificio (12,5%);
  • caduta da ponteggi, impalcature fisse (10,1%);
  • caduta all’interno di varco (10,1%);
  • caduta da mezzi di sollevamento o per lavori in quota (7,8%).

La somma degli incidenti rientranti nelle categorie sopra indicate, rappresenta circa l’81% della totalità delle cadute dall’alto.

 

Casualità o errore di valutazione?

Vediamo una ad una le cause di caduta dall’alto identificate:

caduta per sfondamento di copertura: dall’analisi evidenzia che, il fattore di rischio più ricorrente è quello relativo alla modalità operativa del lavoratore (43%). Nel 33% dei casi, si rileva un errore di valutazione dell’addetto, in quanto il dato si riferisce a situazioni in cui l’infortunato si trova a transitare su superfici non portanti e quindi, non calpestabili.

Altrettanto rilevante è l’aspetto ambiente, per quanto riguarda la mancata interdizione al passaggio di siti pericolosi (aspetto che incide circa il 35%), con particolare riferimento all’assenza di percorsi segnalati o di protezioni e parapetti.

Infine, il 18% dei fattori di rischio riscontrati, riguarda il mancato o scorretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (casco, cintura di sicurezza, ecc.). Da qui, scaturisce la necessità di formare i propri addetti in modo adeguato. 

cadute da scale portatili: l’aspetto più frequentemente rilevato è la modalità operativa seguita dal lavoratore (nel 62% dei casi) in merito ad un uso improprio o errato di una scala portatile (problema legato al posizionamento della scala portatile utilizzata, che ne determina l’inadeguatezza all’uso), seguita dall’aspetto riguardante l’impiego di utensili, macchine, impianti con il 31%.

caduta da parte fissa di edificio (con particolare riferimento a tetto o terrazzo): nel 40% dei casi è riconducibile alle modalità operative sbagliate scelte dal lavoratore, che portano il lavoratore stesso a perde l’equilibrio.

Gli altri aspetti evidenziati dall’analisi sono i dispositivi di protezione individuale (28,6%) e l’ambiente (20%). Le problematiche riscontrate si riferiscono, per il primo aspetto, al mancato utilizzo del DPI (in parte non fornito al lavoratore ed in parte non utilizzato dal lavoratore stesso), per il secondo aspetto, all’assenza di punti di ancoraggio delle linee vita, di parapetti e di protezioni in quota.

caduta da ponteggi ed impalcature fisse: è spesso determinata dalla perdita di equilibrio del lavoratore. Il fattore di rischio più frequente è rappresentato dalla mancanza di protezioni fisse in più del 50% dei casi. A questo si aggiunge il fattore relativo alla modalità operativa del lavoratore (36%), con un problema legato alle procedure di lavoro adottate.

cadute all’interno di un varco: le principali cause sono riferibili all’organizzazione dell’ambiente di lavoro (48%), con una mancanza di protezioni del varco o di parapetti e alle modalità operative scelte dal lavoratore (22%), che transita comunque su percorsi pericolosi, non protetti e non segnalati.

cadute da mezzi di sollevamento o per lavori in quota: nell’ultima delle categorie di caduta dall’alto individuate, i fattori di rischio maggiormente riscontrati sono le modalità operative scelte dal lavoratore (45%, con un errore di procedura) o un macchinario non appropriato (25%).

 

Misure di prevenzione e protezione

Lo scopo delle misure di prevenzione e protezione, è fare in modo che gli infortuni legati alla caduta dall’alto, possano in futuro essere evitati o quantomeno limitati.

Per lavoro in quota si intende un’attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile.

Quindi, prima di intraprendere un lavoro in quota, è necessario:

  • privilegiare misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale;
  • individuare attrezzature di lavoro confacenti alla natura dei lavori da eseguire, alle sollecitazioni prevedibili e ad una circolazione priva di rischi;
  • scegliere la tipologia più idonea, di sistema di accesso ai posti di lavoro temporanei in quota in rapporto alla frequenza di circolazione, al dislivello e alla durata dell’impiego;
  • individuare le misure più idonee a minimizzare i rischi per i lavoratori, prevedendo, ove necessario, l’installazione di dispositivi di protezione contro le cadute;
  • scegliere ed utilizzare i dispositivi di protezione individuali più adatti, in relazione alle lavorazioni da eseguire.