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La formazione per i lavori elettrici

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Viene definito lavoro con rischio elettrico qualsiasi lavoro (elettrico o non elettrico) che si svolge con distanze dalle parti attive non protette inferiori alle seguenti distanze:

  • inferiore o uguale ad 1kV, la distanza minima è di 3 mt;
  • fra 1 kV e 30 kV, la distanza minima è di 3,5 mt;
  • fra 30 kV e 120 kV, la distanza minima è di 5 mt;
  • sopra i 132 kV, la distanza è di 7 mt.

Inoltre, in relazione alla loro tensione nominale i sistemi elettrici si dividono in:

‐ sistemi di Categoria 0: a bassissima tensione, aventi tensione nominale minore o uguale a 50 V se a corrente alternata o a 120 V se in corrente continua (non ondulata);

‐ sistemi di Categoria 1°: a bassa tensione, quelli a tensione nominale da oltre 50 fino a 1000 V se in corrente alternata o da oltre 120 V fino a 1500 V compreso se in corrente continua;

‐ sistemi di Categoria 2°: a media tensione, quelli a tensione nominale oltre 1000 V se in corrente alternata od oltre 1500 V se in corrente continua, fino a 30 000 V compreso;

‐ sistemi di Categoria 3°: ad alta tensione, quelli a tensione nominale maggiore di 30 000 V.

 

Quale formazione per gli addetti ai lavori elettrici

Come accade per tutte le attività formative, il Datore di Lavoro assicura che tutti gli addetti ricevano una formazione adeguata in relazione alle attività lavorative che devono svolgere. La normativa suddivide la formazione in:

  • PES (Persona Esperta): persona con istruzione, conoscenza ed esperienza rilevanti tali da consentirle di analizzare i rischi e di evitare i pericoli che l’elettricità può creare;
  • PAV (Persona Avvertita): persona adeguatamente avvisata da persone esperte per metterla in grado di evitare i pericoli che l’elettricità può creare;
  • PEI (Persona Idonea): Persona, che ha le conoscenze per lavorare sotto tensione su impianti di categoria 0 e 1, alla quale è stata riconosciuta la capacità tecnica ad eseguire specifici lavori sotto tensione.