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La linea vita

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Il decreto della Regione Lombardia n. 119 del 14/01/2009, prevede le “Disposizioni concernenti la prevenzione del rischio di caduta dall'alto per il contenimento degli eventi infortunistici nel comparto edile”, nonchè per i nuovi edifici l'obbligo di applicare idonee misure preventive e protettive anticaduta, di richiedere la collocazione di adeguati sistemi di ancoraggio/anticaduta sulle coperture delle nuove costruzioni e di quelle sottoposte a importanti interventi di rifacimento strutturale della copertura (manutenzione straordinaria).

Tutte le nuove opere, devono essere progettate ed eseguite in modo che le successive azioni di verifica, manutenzione o di riparazione delle opere stesse e delle sue pertinenze, comprese le componenti tecnologiche, possano avvenire in condizioni di sicurezza per i lavoratori che effettuano tali lavori e per le persone presenti nell'edificio ed intorno ad esso.

 

Tipologie di linee vita

Molti sono i sistemi anticaduta disponibili in commercio, ma i più comuni e utilizzati sono quelli a gancio o a fune.

All’interno della norma Uni EN 795, sono state individuate 5 categorie di ancoraggi da utilizzare in ogni situazione.

Nella categoria A, si descrive la corretta installazione dei punti di ancoraggio, definendoli in classe A1: “Gli ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a superfici verticali, orizzontali ed inclinate, per esempio pareti, colonne e architravi” ed in classe A2 “gli ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a tetti inclinati”.

Nella categoria B sono descritti ed elencati i dispositivi portatili e provvisori per l’ancoraggio.

La categoria C, invece, descrive le linee vita come: “Dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio flessibili orizzontali”.

All’interno della sezione “generalità”, viene illustrato dettagliatamente, quali caratteristiche di sicurezza devono avere questi ancoraggi, sia dal punto di vista della progettazione, sia per quanto riguarda i dispositivi mobili e apertura del gancio.

Questo ultimo, “Deve essere progettato in modo da poter essere staccato, o applicato, facendo due movimenti manuali consecutivi e deliberati”.

La classe D, comprende: “I dispositivi di ancoraggio che utilizzano rotaie di ancoraggio rigide orizzontali”.

La classe E, infine, comprende “Gli ancoraggi a corpo morto su superfici orizzontali”.

 

Documentazione a corredo di ogni impianto linea vita

A seguito di ogni installazione, è necessario che la ditta installatrice produca una serie di documenti da fornire al Committente dell’opera, in parte necessari ed in parte utili per i successivi fruitori. 

La documentazione da produrre a corredo della linea vita, è la seguente:

  • Scheda Tecnica dei prodotti installati;
  • Dichiarazione di conformità dei componenti;
  • Attestato di Certificazione alle norme Uni EN 795 e Uni 11578;
  • Progetto grafico del sistema linea vita, con l’indicazione dei ganci e/o della fune, dei punti di accesso e del sistema di accesso alla copertura;
  • Sistema di ancoraggio utilizzato per i ganci e/o per la fune, che dovrà essere conforme a quanto indicato nel Manuale d’Uso e Manutenzione, oppure indicazione di un sistema diverso debitamente progettato e verificato da un tecnico abilitato;
  • Indicazione dei dpi che dovranno essere utilizzati dal personale che dovrà accedere al tetto, modalità di accesso e di fruizione in copertura;
  • Tipologia della segnaletica da predisporre prima di accedere al tetto;
  • Certificazione di corretta installazione da parte della ditta che ha effettuato la posa in opera;
  • Programma delle verifiche periodiche e registro delle verifiche periodiche a scadenza prestabilita indicata nel manuale d’Uso e Manutenzione;
  • “Istruzioni per l’uso” del sistema linea vita da fornire e far sottoscrivere ad ogni accesso, alle persone interessate.

 

Chi può utilizzare una linea vita 

A differenza di quanto si possa pensare, non tutti possono utilizzare un sistema linea vita installato su una copertura; infatti, è necessario che tutti gli operatori che hanno questa necessità, siano stati adeguatamente formati ed addestrati all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali anticaduta.

La dimostrazione di questo requisito, deve avvenire mediante l’esibizione di un attestato di formazione specifica, rilasciato da enti e/o persone competenti.

Altro aspetto molto importante, è quello riguardante il numero degli addetti: è fondamentale che si operi sempre in almeno 2 persone, una delle quali sia in grado di gestire la situazione in caso di emergenza (operazioni di recupero, avviso dei soccorsi, ecc…), in attesa dei soccorsi.