Valutazione dei rischi e tipologie di lavoratori
3208 visualizzazioni
Nella maggioranza dei casi, viene definita valutazione dei rischi, quell’attività che il Datore di Lavoro di un’azienda deve svolgere in collaborazione con le proprie figure della sicurezza, che si conclude con la stesura di un documento definito Documento di Valutazione dei Rischi, nel quale vengono identificati tutti i rischi che il lavoro genera, allo scopo di proteggere i lavoratori. Ciò, ovviamente, non è sbagliato ma tralascia un concetto molto importante: a parità di attività lavorativa svolta, il rischio trasmesso può avere effetti e conseguenze ben diverse sulla base della tipologia del lavoratore. Vediamo come.
Tipologie di lavoratori
Le tipologie di lavoratori, per i quali occorre effettuare delle valutazioni dei rischi specifiche, sono:
- le lavoratrici femmine: o meglio, le lavoratrici gestanti o che potrebbero diventare tali, con particolare riguardo all’esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici. In tal caso occorre prendere in esame tutti gli aspetti delle attività lavorative per identificare i pericoli e le probabili cause di lesioni o danni e stabilire in quale modo tali cause possono essere rimosse, considerando inoltre tutte le limitazioni e i divieti imposti dalla norma specifica;
- i minorenni: cioè tutti coloro che hanno meno di 18 anni, per i quali occorre considerare che non possiedono uno sviluppo ancora completo, mancano di esperienza e di consapevolezza relativamente ai rischi connessi all’esercizio della propria mansione lavorativa e per i quali occorre prestare particolare attenzione alla probabilità che il minore possa potenzialmente essere esposto a rischi derivanti dalle attività espletate da terzi nonché da potenziali interferenze che lo stesso potrà avere con attività pericolose e non compatibili con il suo status di minore;
- gli apprendisti: sono quella tipologia di lavoratori che hanno compiuto almeno i 18 anni di età, ma che comunque necessitano di limitazioni lavorative a causa principalmente della loro inesperienza. I giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni hanno, entro il primo mese di lavoro, almeno il 50% di probabilità in più di subire un infortunio sul lavoro rispetto ai lavoratori con più esperienza alle spalle, nonché maggiori probabilità di contrarre una malattia professionale;
- gli atipici: sono tutti quei lavoratori che svolgono un'attività soggetta a forme contrattuali non convenzionali rispetto ai contratti di lavoro subordinato a tempo pieno e alle tradizionali forme di lavoro autonomo. Ciò comporta una maggior esposizione ai rischi che l’attività genera, a causa della loro superficiale esperienza nello specifico ambiente di lavoro.