Le malattie allergiche, che rientrano facilmente all’interno della categoria delle malattie professionali, sono un problema sanitario globale che colpisce dal 5 al 35% della popolazione e che ha costi sociosanitari rilevanti:
Ciò ci porta a concludere che il trattamento adeguato dei pazienti allergici porterebbe ad un potenziale risparmio di circa € 142 bilioni per anno all’interno della sola Europa.
Spesso queste malattie hanno origine dall’attività lavorativa; l’esempio più apparente è quello dell’asma. Vediamo perché.
Innanzitutto si ricorda che tutte le malattie professionali possono essere prevenute e mantenute sotto controllo, con l’aiuto del Medico Competente aziendale, mediante la sorveglianza sanitaria. Ma nonostante questo, spesso si nota che qualche malattia professionale viene a galla e spesso a farla da padrone è proprio l’asma:
- un’origine professionale è riconoscibile in circa il 10% dei casi di asma bronchiale;
- la possibilità di un’origine professionale va sempre ricercata in caso di asma insorta in età adulta;
- la diagnosi di asma professionale si basa su esami strumentali;
- l’iter diagnostico prevede in prima istanza la dimostrazione dell’esistenza di asma, indi la dimostrazione del nesso causale fra attività lavorativa e sintomi (salubrità degli ambienti di lavoro, presenza di gas radon, lavori svolti in ambienti considerati confinati, ecc…);
- il trattamento dell’asma professionale prevede in primis l’allontanamento dall’agente causale;
- il trattamento farmacologico è simile agli altri casi di asma;
- la diagnosi di asma occupazionale ha implicazioni medico-legali e socioeconomiche.
Come sempre, per ogni problematica esistono sempre delle misure di prevenzione e protezione, che nel caso specifico possono essere:
- il controllo periodico dei sintomi, per mantenere i normali livelli di attività;
- la riduzione del rischio, per ridurre al minimo il rischio di peggioramento dello stato.