Legionella: come effettuare la disinfezione
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Esistono sostanzialmente due metodi di disinfezione dalla legionella:
Vediamo di cosa si tratta.
Disinfezione fisica della legionella
I mezzi di natura fisica per la disinfezione, sono:
- SHOCK TERMICO: consiste nell’elevare la temperatura dell’acqua a 70-80°C continuativamente per tre giorni e far scorrere l'acqua quotidianamente attraverso i rubinetti per un tempo di 30 minuti. E’ fondamentale verificare che, la temperatura dell’acqua nei punti più distanti raggiunga o ecceda i 60°C; se ciò non avviene tale procedura non fornisce garanzie.
- TRATTAMENTO TERMICO: gli impianti dell’acqua calda mantenuti a temperature di 60°C sono meno frequentemente colonizzati dal batterio della Legionella. Occorre pertanto far scorrere l’acqua ad almeno 60° in tutte le uscite per almeno 30 minuti ogni giorno.
- LAMPADE A RAGGI ULTRAVIOLETTI: la luce ultravioletta (254 nm) inattiva i batteri producendo dei dimeri di timina nel DNA che ne ostacolano la replicazione. L’applicazione della luce ultravioletta è una modalità di disinfezione che risulta essere maggiormente efficace in vicinanza del punto di impiego.
- FILTRAZIONE: prevede l’impiego di filtri da applicare ai punti d’uso (rubinetti, docce) che forniscono acqua esente da legionella. Devono essere puliti, disinfettati e sostituiti con periodicità, altrimenti costituiscono essi stessi un punto critico.
Disinfezione chimica della legionella
I mezzi di natura chimica per la disinfezione, sono:
- IPERCLORAZIONE SHOCK: è un’operazione che deve essere effettuata su acqua a temperatura inferiore a 30°, con una singola immissione di cloro in acqua fino ad ottenere concentrazioni di cloro residuo libero di 20-50 mg/L in tutto l’impianto. Dopo un periodo di contatto che varia dalle 2h con 20 mg/L ad 1h con 50 mg/L di cloro, l’acqua viene drenata e nuova acqua viene fatta scorrere nell’impianto fino a che il livello di cloro ritorna alla concentrazione di 0,5-1 mg/L.
- IPERCLORAZIONE CONTINUA: Si ottiene aggiungendo continuamente il cloro; i livelli residui di cloro in questo caso possono variare a seconda della qualità dell’acqua, del flusso e della decontaminazione dai biofilm, anche se comunque il disinfettante residuo deve essere compreso tra 1 e 3 mg/L.
- IONI METALLICI: consiste nell’aggiungere rame e argento nell’acqua elettroliticamente o come ioni metallici in quantità pari a 100-400 microgralli /l per il rame e 10-40 micro grammi/l per l’argento (che interferiscono con i sistemi enzimatici della respirazione cellulare).
- BIOSSIDO DI CLORO: non vi sono elementi sufficientemente convalidati per un suo impiego sicuro ed efficace. È un gas utile per la disinfezione dell’acqua potabile, in quanto riduce notevolmente la crescita di biofilm nelle tubature.
- OZONO: agisce rapidamente danneggiando il DNA batterico essendo un eccellente biocida. È più efficace del cloro, non ha potere residuo e può danneggiare (ad alte concentrazioni) le tubature.