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Appalti: come funzionano

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Il sistema attualmente molto diffuso in Italia in ambito privato, è ancora quello utilizzato mezzo secolo fa, quello cioè che permette di selezionare gli appaltatori in relazione al grado di parentela, alla mera conoscenza famigliare, alla localizzazione più vicina al luogo di intervento, al fatto che il titolare dell’azienda abita nello stesso paese o città del Committente e chi più ne ha più ne metta. E’ chiaro che questo sistema, oltre ad essere poco affidabile e privo di considerazioni tecniche oggettive, non consente di dare alcuna garanzia al Committente e ai tecnici coinvolti, sia nella gestione che nell’organizzazione del lavoro e soprattutto nel risultato finale. E’ proprio così: una ditta disorganizzata, poco pianificatrice, scarsamente attrezzata, con poca o addirittura senza manodopera propria a disposizione, ritardataria, che normalmente pensa di essere la migliore e che ovviamente ignora anche tutti gli adempimenti obbligatori in materia di sicurezza sul lavoro in quanto inutili e costosi, significa che non è in grado di adeguarsi ai tempi e alle esigenze che nel tempo cambiano, oltre al fatto che non ha l’idoneità tecnico professionale necessaria per poter sottoscrivere contratti d’appalto. Questa tipologia di aziende, sono proprio quelle da evitare, se l’obiettivo è quello di fare un buon lavoro raggiungendo un ottimo risultato.

 

Come selezionare un appaltatore 

Non esistono formule magiche che consentono di selezionare un appaltatore al posto di un altro, ma esistono delle regole ben chiare che danno origine ad un sistema di verifica semplice e schematico se ci si trova a rapportarsi con aziende performanti, ma complesso ed impossibile da applicare se ci rapportiamo con aziende “campate per aria”. Ma chi deve fare questa selezione? Ciò spetta al Committente oppure in caso di cantiere spetta al Responsabile dei Lavori (figura facoltativa appositamente nominata dal Committente, che salvo specifica nomina è sempre il Committente stesso); è chiaro che se ciò risulta difficoltoso da attuare, il Committente può rivolgersi a persone esperte in grado di supportarlo nel percorso di selezione. Tale verifica di accertamento dell’idoneità tecnico professionale non è un mero adempimento burocratico senza senso, ma è un iter che serve per capire se l’azienda con cui ci si rapporta in una fase preliminare di selezione, è un’azienda seria e professionale oppure no, e di conseguenza consente di capire se è strutturata, se è in grado di eseguire le attività che potrebbero venirle appaltate o se deve ricorrere a sistemi empirici e poco strutturati per portare a termine le attività, se rispetta le regole e le norme vigenti, se è in regola con il versamento dei contributi e molto altro ancora. Direi che ne valga la pena no?