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Lavori in quota e tirante d’aria

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Prima di approcciarsi nell’esecuzione di attività lavorative in quota, cioè tutte quelle che prevedono un rischio di caduta dall’alto da parte dell’operatore, è necessario fare delle riflessioni preliminari in merito a:

  • la possibilità di privilegiare sistemi di protezione collettiva, rispetto a quelli individuali (come ad esempio ponteggi, parapetti, ple);
  • se ciò non fosse possibile o estremamente eccessivo in relazione all’entità e alla rapidità dell’intervento da eseguire, è opportuno scegliere un sistema di lavoro alternativo (ad esempio mediante l’utilizzo di dispositivi di protezione individuali), che consenta però di operare in sicurezza e di gestire eventuali operazioni di recupero e/o di emergenza dell’operatore in caso di difficoltà;
  • scegliere i dpi più idonei, in relazione ai punti di ancoraggio, al loro posizionamento e alla loro quota rispetto al piano di caduta; per fare ciò, è necessario calcolare il cosiddetto “tirante d’aria”.
 

Cosa si intende per tirante d’aria

Il tirante d’aria è la distanza minima di caduta libera di un lavoratore, misurata in verticale, necessaria per arrestare in sicurezza il lavoratore stesso, ancorato ad un sistema di arresto alla caduta (come ad esempio una linea vita, un gancio, o altri sistemi di ancoraggio).

 

Come calcolare il tirante d’aria

Il calcolo del tirante d’aria, è uno degli aspetti primari che caratterizzano tutte le attività lavorative con rischio di caduta dall’alto, che vengono approcciate mediante sistemi di protezione individuali (che nel caso degli anticaduta sono DPI di terza categoria, per i quali è necessaria una specifica formazione da parte degli operatori). Pertanto, in relazione all’attività da effettuare, è necessario che preventivamente gli addetti verifichino che il tirante d’aria sia adeguato in caso di caduta.

Per fare ciò, occorre accertarsi che il dislivello tra il piano di lavoro ed il piano stabile sottostante verso il quale c’è la possibilità di cadere (distanza libera di caduta), sia maggiore o uguale rispetto alla somma delle seguenti distanze:

  • altezza dell’operatore dal piano di lavoro al punto di ancoraggio del dispositivo anticaduta;
  • lunghezza del dispositivo anticaduta (esempio del cordino);
  • lunghezza del dissipatore alla massima estensione;
  • alla somma delle precedenti misure occorre aggiungere 1 metro, distanza necessaria tra i piedi dell’operatore in caso di caduta e il piano stabile sottostante.

Questo calcolo, è quello che consente di determinare il tirante d’aria.