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Gestione delle emergenze ed effetto gregge

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Abbiamo visto in precedenza come gestire in modo efficace le emergenze. Oggi vediamo come in tutti i casi il fattore umano degli “utenti” non è facilmente gestibile in quanto non prevedibile perchè non legato a fattori oggettivi, ma altamente variabile e soggettivo; ed allora non è più sufficiente quanto svolto dagli “addetti alle emergenze”, ma è necessario e fondamentale iniziare a lavorare anche sugli utenti.

 

Come approcciarsi alla gestione delle emergenze

Abbiamo già visto in precedenza come l’effetto spettatore non consente spesso di gestire in modo adeguato un’emergenza, ma vediamo come possiamo migliorare tale comportamento nelle diverse situazioni:

  • in situazioni di confusione, i gruppi di persone si comportano esattamente come le greggi, tendendo a seguire le persone davanti a loro, in particolare modo se sembrano di sapere dove andare. Tale comportamento, potrebbe essere sfruttato per orientare in modo sapiente i movimenti di una folla in situazioni di emergenza, mescolando a persone comuni, altri soggetti che sappiano precisamente come comportarsi;
  • tradizionalmente, negli ambienti pubblici, nei ristoranti, nei centri commerciali, ecc…, si nota una presenza maggioritaria di utenti rispetto al “personale di servizio”. Ciò comporta una preparazione di pochi (addetti alle emergenze)in relazione alla massa e pertanto tale impostazione potrebbe risultare poco efficace. Tale situazione potrebbe nel tempo essere migliorata, se nell’esecuzione delle esercitazioni di emergenza, venissero coinvolti anche gli utenti;
  • è stata valutata la pericolosità degli affollamenti ed è stato definito che le folle con densità da 2 a 4 persone a m², possono ancora permettere al singolo individuo di muoversi in una direzione o nell’altra indipendentemente, mentre una densità pari o superiore di 6 persone, produce un movimento della folla ad onda che non permette più al singolo individuo di decidere dove andare. Ciò può provocare malori per schiacciamenti, soffocamenti, cadute che creano un “vuoto” nella struttura compatta che automaticamente viene riempito dal resto della folla o a sua volta provoca un crollo più ampio portando a feriti o addirittura a vittime.