Come tutte le valutazioni specifiche, anche quella del rischio chimico permette di mettere a fuoco con la massima precisione l’entità del rischio che grava sui lavoratori esposti, definendo tutte le misure di prevenzione e protezione necessarie affinché tale rischio venga ridotto al minimo.
La valutazione del rischio chimico può dimostrare che il rischio connesso all’esposizione ad agenti chimici pericolosi sia:
1. Non basso per la sicurezza e non irrilevante per la salute;
2. Non basso per la sicurezza e irrilevante per la salute;
3. Basso per la sicurezza e non irrilevante per la salute;
4. Basso per la sicurezza e irrilevante per la salute.
Con l’indicazione “basso per la sicurezza", si intende un rischio per la sicurezza esistente nei luoghi di lavoro in cui sono presenti agenti di bassa pericolosità, in cui le condizioni locali e di esercizio offrono scarse possibilità di sviluppo di eventi incidentali ed in cui, in caso di tali eventi, la probabilità di propagazione degli effetti dell’incidente è da ritenersi limitata.
Per “irrilevante per la salute” si intende un rischio generato da esposizioni lavorative il cui livello medio è dello stesso ordine di grandezza di quello medio della popolazione generale.
In tutti gli altri casi sopra evidenziati, devono essere previsti una serie di accorgimenti aggiuntivi che dipendono dai risultati ottenuti, come ad esempio:
Concludendo, ricordiamo che, l’obiettivo primario di un’azienda non deve essere quello di redigere un “semplice” Documento di Valutazione dei Rischi e delle “semplici” procedure di lavoro, ma bensì quello di evolversi e camminare al passo coi tempi anche per quanto concerne la sicurezza dei lavoratori.